Secondo i dati Istat ogni anno sono circa 4000 i giovani che si tolgono la vita con un biglietto di scuse e tante domande che non troveranno risposta. Sicuramente la pandemia non ha aiutato ma ha fatto luce ancora di più sulle fragilità, emotività, dubbi, turbamenti e paure.

Una narrazione che comincia a diffondersi sempre più nelle ultime settimane e che ci riporta alla memoria quanto in realtà ognuno di noi sia fragile e di come a volte certi sentimenti, se non elaborati o espressi, possono dar vita a vere e proprie paure che a lungo andare covando nel profondo, possono esplodere improvvisamente.

Gli ultimi casi di cronaca riguardano sempre più giovani che improvvisamente cedono nel pieno della loro vita. Il più delle volte studenti universitari che non riescono a terminare il loro percorso di studi.

La cronaca e i modelli inimitabili

Se proviamo a fare una statistica degli ultimi suicidi giovanili, i numeri cominciano a far paura.

Nel mese di ottobre 2022 un ragazzo 23 enne viene ritrovato nel Reno, aveva annunciato una discussione di laurea che non esisteva. Il mese successivo un giovane di 26 anni Riccardo, si toglie la vita schiantandosi con l’auto contro un albero proprio il giorno della laurea in Scienze infermieristiche: anche in questo caso però, non era prevista nessuna discussione.

In questo mese di febbraio, uno studente universitario di Palermo si è tolto la vita. Poche materie e avrebbe terminato il percorso di studi, seguito a stretto giro da una ragazza 19enne, trovata senza vita nel bagno dello IULM a Milano.

Proprio su questa vicenda si è espresso Lodo Guenzi, il frontman de “Lo Stato Sociale” attraverso un post su ig “Non riesco a non pensare a quella ragazza di 19 anni che si è ammazzata nel bagno della sua università, lasciando scritto ‘nella vita ho fallito tutto‘. E no, a 19 anni non hai fallito niente. Ma lo pensavo anche io a 19 anni”. 

Ragazzi sempre più fragili emotivamente, con paure recondite e la consapevolezza che forse non saranno mai abbastanza, non tanto per loro ma per la società moderna completamente proiettata a replicare modelli che forse non ci appartengono. Aspettative alte e paure che bloccano il raggiungimento degli obiettivi.

I numeri di questi suicidi stanno crescendo vertiginosamente, come dimostrano le ultime ricerche di skuola.net e di Save The Children, ma non solo. Anche su Orizzonte Scuola si sta cercando di sensibilizzare il più possibile sull’argomento perché se è vero che la scuola oggi ha alzato l’asticella, è soprattutto in campo universitario che si sviluppa il dubbio di non essere adatti. Non bisogna dimenticare che lo stress e la paura a volte inibiscono e non permettono ai ragazzi di esprimersi al meglio.

Gli studi di pedagogia e psicologia dello sviluppo, puntano l’attenzione su come in realtà gli stili educativi debbano unirsi e adeguarsi alla modalità di apprendimento del ragazzo, il cosiddetto apprendimento significativo. A volte, però, non sempre capita. E forse in questi anni, il continuo e ripetuto isolamento causa Covid non ha aiutato.

Sindrome da long Covid e salute mentale

Secondo l’OMS– Organizzazione Mondiale della Sanità- “La salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non semplice assenza di malattia o di infermità“.

La salute mentale può essere influenzata da diversi di fattori socio-economici sui quali è necessario agire con strategie globali di promozione, prevenzione, trattamento e recovery in un approccio di government globale.

Il periodo epidemico, con la chiusura prolungata delle scuole e le continue lezioni in DAD ha sicuramente acuito quelle che potevano essere delle problematiche e insicurezze già presenti. Non dimentichiamo che la maggior parte dei ragazzi universitari, sono passati direttamente dalla DaD all’università, rientrando fisicamente in un ambiente che non era quello della dimensione scolastica superiore ma sicuramente più forte ed emotivamente carico.

Sempre più spesso e in particolare dopo l’isolamento da Covid, si è cominciato a parlare di quanto importante sia la salute mentale, cercando di capire come in realtà siamo esseri umani con debolezze e paure. A volte si parla che di un isolamento dalla vita reale per rifugiarsi nel web.

Bisognerebbe pensare un po’ di più al nostro equilibrio mentale, al non rincorrere premi o allori semplicemente perché viene richiesto, portando a ritmi non indifferenti di stress e a situazioni che non si riescono a gestire. Il terrore del futuro, lavori sempre più precari con obiettivi troppo alti e paura di fallire.

In riferimento a questi ultimi drammatici casi, alcune università stanno provvedendo all’apertura di sportelli psicologici o di counseling psicologico, proprio per aiutare e confortare i ragazzi che vivono un momento particolare o non si sentono all’altezza, sentimento che purtroppo oggi sopravvive.

Quanto è importante il futuro? Tanto da compromettere la propria vita?