Quando si parla di violenza è difficile descrivere il sentimento che pervade la donna: i suoi dubbi, le angosce e tutto ciò che ruota intorno al fenomeno della veemenza. Le difficoltà che incontrano le donne nel lasciare un partner violento possono essere comprese solo considerando il “ciclo della violenza”.

Quello che le donne tentano di fare è conformarsi ad un modello sociale richiesto e mettere da parte ciò che provano a livello personale.

Tiziana Di Ruscio ha vissuto la violenza. Ha denunciato e con molta difficoltà ha ricostruito il suo futuro. Una storia durata 25 anni con un marito e padre padrone, che ha cercato di intrappolarla sempre di più nella sua rete. Oggi aiuta le altre donne, sensibilizza sull’argomento e ha scritto un libro “La Violenza non è il mio destino“. Questa è la sua storia.

Tiziana, cominciamo dall’inizio. Violenza fisica, psicologica, economica e sessuale. Proviamo a raccontare la sua storia?

“La mia storia è stata un vissuto di violenza impregnata nella quotidianità, la prepotenza era diventata la mia amica e nemica. Si, le ho subite tutte e la violenza sessuale è stata la mia morte, non avevo più ragione di vivere, la mia anima era stata uccisa. Per anni ho visto il mio corpo come una barra, gambe e braccia distese e io che non esistevo.”

Quanto è stato difficile denunciare e riprendere in mano la sua vita? E come riconoscere i primi segnali di una violenza?

“Denunciare è stato difficilissimo. Ero terrorizzata al solo pensiero di essere allontanata dai miei figli, avevo paura di non essere creduta. Se prima la mia vita era in mano ad una persona che decideva che ero in suo possesso, una volta uscita da questo vortice, inevitabilmente sussiste la paura di affidarsi ad altri. Riprendere in mano la mia vita è stato mille volte più faticoso della denuncia, non c’era alcun circuito di sostegno. Si dice che al primo schiaffo bisogna scappare ma a volte i segnali non sono così chiari da decifrare e si ha paura. Purtroppo la violenza piscologica, difficile da dimostrare, è già stata esercitata sulla vittima per cui si avverte disagio, senso di inadeguatezza e paura. Ci si trova in un vero e proprio circolo della violenza.”

Dalla difficoltà alla voglia di aiutare chi vive situazioni di violenza. Ha scritto il libro “La Violenza non è il mio destino” e fondato un’associazione “Il Nastro Rosa”. Oggi come è la sua vita?

“La mia vita è serena e sono rinata, anche se i momenti bui ogni tanto mi assalgono, ma saranno sempre parte di me. Sono al mio fianco, li accudisco e li porto ovunque vada.  Li conservo in un trolley, non lo sollevo, ma le sue rotelline alleggeriscono ogni mio momento triste, così il viaggio è più leggero.”

Quale consiglio si sente di dare alle donne che hanno subito violenze?

“Alle donne posso di fare attenzione, in quanto l’aggressore non ci sceglie perché siamo fragili ma è l’opposto, ci sceglie per la nostra solarità, la nostra forza e il nostro sorriso. E’ una sfida da parte loro per sovrastarci, sanno utilizzare bene  la manipolazione. Spesso,  loro stessi sono stati vittime e conoscono bene il meccanismo: Amore e Violenza.”